È quello che è ha stabilito una sentenza della Corte d’Appello di Lecce spazzando così una volta per tutte ogni dubbio o incertezza in merito. Il caso è quello di un marito le cui telefonate, intercorse con due colleghe, ed ammesse come prove in giudizio, testimoniavano l’esistenza di un rapporto particolare tra di loro e di cui erano a conoscenza gli altri colleghi di lavoro. I giudici, chiamati a pronunciarsi sul caso, hanno dunque assimilato il concetto di fedeltà coniugale a quello di lealtà. Non è sufficiente astenersi dal non avere rapporti sessuali al di fuori del matrimonio ma non si deve tradire la fiducia dell’altro. Da un lato lo stupore dei matrimonialisti poiché oggi l’addebito per adulterio è raro (evidentemente però i giudici hanno tenuto conto del contesto in cui si è consumato l’adulterio visto che Martina Franca è un piccolo centro e le voci hanno sicuramente leso la moglie). Dall’altro la difesa considera invece l’addebito eccessivo ed anacronistico considerato che oggi le relazioni non sono più rigide e stereotipate. Della serie: chi non ha mai cercato la lusinga virtuale scagli la prima pietra. Quanti percorrono le strade dei social network in cerca di brividi virtuali e non tra in ufficio o tra le mura di casa la sera in un momento di distrazione del partner ? Non servono sondaggi per sapere che accade in coppie appena formate così come in quelle datate. Neanche quelle definite dall’entourage come consolidate ne sono esenti. Effetto inevitabile del mondo parallelo vissuto a colpi di clic su una tastiera, di dialoghi intessuti su un PC. Un mondo che permette di sognare, di evadere per le sue mille opportunità offerte con facilità estrema. Il limite è dettato proprio dal sogno il quale, finché resta tale, è legittimo. Il discorso cambia se si trasforma in realtà ovvero in un incontro.
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